
50 milioni di euro. In un calcio come quello di oggi, purtroppo, con 50 milioni puoi fare davvero poco.”
Maldini non ne fa solo una questione economica, ma di visione: “La sua idea di Milan era completamente diversa dalla mia. Io vedevo un club ambizioso, capace di tornare stabilmente tra le grandi d’Europa. Lui preferiva una politica più conservativa, attenta al bilancio e al contenimento dei costi. È legittimo, ma non era compatibile con il mio modo di lavorare.”
Il distacco dal club non è stato solo professionale, ma anche profondamente emotivo. “È stato doloroso, perché sentivo ancora di poter dare tanto al Milan.
Avevamo costruito qualcosa di importante, avevamo riportato entusiasmo, identità, e vinto uno Scudetto contro ogni pronostico. E invece ho dovuto fare le valigie, senza nemmeno una vera possibilità di continuare.”
A peggiorare la situazione, secondo Maldini, è stato il modo in cui tutto è avvenuto. “Tutti ricordano che il mio ultimo rinnovo di contratto fu firmato a pochi minuti dalla scadenza. Fu una mancanza di rispetto, ma l’ho accettata per amore del Milan. Già allora le condizioni per andare avanti non c’erano, ma ho voluto provarci comunque.”
Maldini parla anche del rapporto con la squadra e del vuoto che il suo addio ha lasciato nello spogliatoio. “Per molti giocatori ero un punto di riferimento, non solo a livello tecnico, ma umano.
Alcuni sono cresciuti con me, si fidavano delle mie parole. In questa stagione si è visto, in certi momenti di difficoltà, un calo evidente in alcuni di loro. Non avevano più quella guida a cui appoggiarsi nei momenti decisivi.” poi Maldini ha detto anche che lui Continua a leggere